RICORDO PRIMO - MARCON SABATO
12 marzo 2016 INTERVENTO Carla De Lazzari
(la sorella Carla De Lazzari)
(Il Sindaco di Marcon )
·
Primo era per me una persona speciale:
· per quella scelta libertaria illuminata che aveva saputo fare, a soli 17 anni, nel lontano 1943, scelta non facile e scontata, considerato il contesto di povertà e analfabetismo diffuso nella Marcon di allora;
· per quell’impegno di onestà e civiltà che ha guidato tutte le sue scelte di vitaper quell’impegno di studioso che vivrà nei suoi
libri, i quali non parlano di lui in prima persona, ma di fatti, di persone, di
altruismo, di valori
·
per quel suo essere riservato, schivo, un po’
esigente, ma anche affettuoso;
·
per quel suo impegno, perseguito fino a qualche
mese fa, di testimone del periodo tragico della guerra e di
trasmissione agli studenti di oggi dei valori scaturiti dalla Resistenza, con la nascita della
nostra Costituzione e dell’Italia repubblicana nata dal voto popolare
Negli interventi che
Primo faceva nelle scuole, dalle
primarie alle superiori, parlando con i ragazzi, esprimeva il suo grande
rammarico per questa società che da anni offre solo modelli
egoistici e competitivi, contaminata da ipocrisie formali, sicuramente da
cambiare attraverso l’impegno personale
e di gruppo.
E’ un messaggio che mi sento di condividere, portare avanti
e, come una staffetta, consegnare ai
ragazzi , nostro futuro, affinchè ne
facciano motivazione primaria in nome
della democrazia, che, anche se imperfetta, va custodita e migliorata
Per questo momento dedicato a Primo ringrazio l’A.C. i
ragazzi e insegnanti presenti, l’Anpi di Marcon e Mogliano-Preganziol, Spi
Cgil, gli amici tutti…………..a nome dei miei fratelli qui presenti, della mia
famiglia, di suo figlio Sergio, di sua moglie Serena D’Arbela, impossibilitati a venire
da Roma. Serena partecipa idealmente,
pregandomi di
ricordarlo con due poesie da lei scritte e a lui dedicate “Compagni di cordata” scritta negli anni
ottanta e “Come tace il silenzio”, scritta qualche giorno prima della sua morte.
COMPAGNI DI CORDATA: di Serena D'Arbela da “ Cercare altre mani” 1979
Compagno di cordata/ti vedo salire lentamente/nella nebbia
del futuro.
Legati alla stessa corda/abbiamo scalato pareti/sempre nuove
del presente/tra i paralleli/ di infinite combinazioni/ e bevuto alla
borraccia/ della speranza e della certezza.
Caro compagno di cordata/la cima non è che una pianura./ Non
c ‘è altezza./ Solo la nostra fatica è verticale.
Ho sfruttato l’appoggio/ delle tue mani/temprate.
Ora il tuo gesto ostinato/batte gli ultimi chiodi./ E hai
inforcato gli occhiali/per leggere indicazioni nuove.
Parole ormai